Un problema da mezzo milione di euro

Se avessimo mostrato l’analisi finanziaria di Marco il giorno di Halloween, avremmo sicuramente spaventato un bel po’ di persone, perché ciò che stiamo per raccontarti è realmente da horror. Come sempre, vediamo prima i dati

Età: 60 anni

Professione: libero professionista

Patrimonio analizzato: 500.000 euro circa

Obiettivo: Controllare i costi e i rendimenti degli strumenti finanziari in portafoglio.

Il portafoglio a livello di strumenti finanziari risultava così suddiviso:

 

I più accorti avranno già notato il problema principale: ben 51% del totale in gestioni patrimoniali, che significano solo una cosa: costi su costi che erodono il valore del capitale e producono ben pochi risultati. 

Il resto del portafoglio presentava azioni singole, un ETC e fondi comuni di investimento.

L’ETC sull’oro è un ottimo strumento, se consideriamo i bassi costi annui e la gestione totalmente passiva con replica fisica del sottostante. 

Sulle azioni non possiamo esprimerci in maniera esaustiva: queste possono avere senso se si considera un portafoglio satellite (ossia un portafoglio molto più speculativo) o se utilizzate per compensare eventuali minusvalenze, ma presentano un grande rischio specifico dettato dalla poca diversificazione che si attua adottando azioni singole.

Sui fondi comuni di investimento ci sarebbe davvero tanto da dire, ma partiamo con una premessa: noi di 7Budget non siamo aprioristicamente contro tali strumenti finanziari. La problematica maggiore risiede su due aspetti: la gestione del fondo e i costi, due punti molto correlati tra loro. 

Infatti, ciò che la maggior parte dei fondi comuni d’investimento cerca di fare consiste nel battere l’indice di riferimento (chiamato Benchmark) attraverso una gestione ATTIVA del fondo in questione. Questo significa, ovviamente, più impegno da parte dei gestori dei fondi, dunque maggiori costi da sostenere annualmente.

Il punto è che tale impegno non si traduce direttamente in un lauto guadagno: la maggior parte delle gestioni attive NON riesce a battere il mercato. Conseguenza: pago di più per ottenere di meno.

Il sito Spiva illustra bene tali numeri: accedi e guarda quanti fondi a gestione attiva riescono a battere il mercato e quanti, al contrario, non ci riescono. Più aumenti il timeframe di riferimento e più la percentuale diminuirà: lascio a te le considerazioni del caso.  

Ora immagina di unire più fondi a gestione attiva in un fondo più grande e, oltre a pagare i singoli fondi, sei ovviamente costretto a pagare anche il contenitore che li contiene: un fondo di fondi che possiamo chiamare anche un costo di costi. Indovina come si chiamano questi strumenti? Esatto, gestioni patrimoniali.

Ciò che stiamo per mostrarti è il costo annuo calcolato sui fondi e le gestioni patrimoniali presenti nel portafoglio:

Incredibile anche solo a pensarci, ma parliamo di più di 10.000 euro di costi annui, per prodotti inefficienti che stanno solo impedendo a un bel portafoglio di spiccare il volo. Le gestioni patrimoniali sono, per quanto mostrato prima, le più oneroso, con costi ce raggiungono anche il 3,13% annuo!

 

La tabella “costo alternativo” mostra mediamente quelli che sono i costi che si possono considerare sostituendo tali strumenti con ETF a gestione passiva: un risparmio di ben 9.500 euro al mese. 

Certo, a questa bisogna aggiungere anche la parcella del consulente finanziario autonomo, ma resta ugualmente un risparmio di diverse migliaia di euro e, soprattutto, l’acquisto di  prodotti migliori in termini di risultati. 

 

Ci sarebbe molto altro da dire su questa analisi, ma aspettiamo le vostre domande per scendere ancora più nel dettaglio.

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